ca' dal mantova

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Ca’dal Mantova si erge su due fondi attigui (4125 e 5112) di proprietà già della famiglia del committente in zona nucleo di Prosito. Sulle particelle sorgevano un antico edificio e una stalla, il primo risalente a metà 1400, diviso a metà tra le due particelle, già parzialmente alterato nel corso degli anni ’70; la seconda risalente all’inizio del 1900, praticamente inalterata.

La consapevolezza, fortemente condivisa con la committenza, che queste preesistenze rurali avessero delle indubbie qualità spaziali e identitarie è da subito divenuta l’idea portante del progetto.

Invece di prevederne la demolizione si è optato per sulla trasformazione e l’ampliamento degli edifici esistenti allo scopo di trasformarli in un’abitazione mono-familiare.

Il nuovo edificio risulta quindi dal ripensamento e dall’aggregazione di due edifici esistenti con l’aggiunta di un nuovo volume che ripropone proporzioni e dimensioni analoghe alle stalle esistenti.

 

Nel corpo centrale, al piano terreno dell’edificio antico, trovano spazio l’entrata e la cucina (nucleo centrale di tutta l’abitazione) in relazione spaziale e visiva con il soggiorno soprastante.

Due doppie altezze lasciano intendere la totalità di questo volume.

Nel corpo contiguo risultante dalla trasformazione della stalla, collegato da un passaggio al piano intermedio, si trovano le camere e la circolazione verticale della casa.

Quest’ultima distribuisce al piano superiore e quindi alle camere dei ragazzi e il soggiorno e al piano inferiore dove si trovano la zona wellness e lo studio.

Lo “slittamento” verso il corpo centrale della seconda stalla ubicata più a valle, crea un cortile esterno del quale approfittano lo studio, la zona wellness e la camera padronale. Questo spazio funge da filtro verso gli edifici vicini e garantisce una maggior privacy a questi spazi agendo come una “quinta” minerale.

Il nuovo edificio, attiguo ma a monte di quello centrale, crea il collegamento tra la strada (livello del garage) e il livello principale e ne diventa accesso e spazio coperto esterno. Inoltre alberga gli spazi tecnici, la lavanderia e la cantina.

 

La progettazione a stretto contatto con il committente ha permesso di spingere fino all’estremo l’uso del calcestruzzo armato sfruttandone le qualità statiche, estetiche e fisiche.

Dal punto di vista costruttivo funge da consolidante dove le preesistenze lo richiedevano e da sostituto dell’utilizzo della pietra nelle nuove parti della costruzione. In questo modo le preesistenze, esternamente, sono rimaste inalterate in sasso a vista o parzialmente intonacato, mentre si leggono i nuovi interventi in calcestruzzo.

Internamente l’utilizzo di un unico materiale per pavimenti pareti, soffitti e parte degli elementi di arredo fissi, assieme al legno recuperato anche dalle antiche travi in larice della stalla più vecchia, ha contribuito alla coesione dell’articolazione di tre volumi.

Lo spessore finale dell’involucro esterno, definito dalla sovrapposizione dei diversi strati (pietra, isolante, calcestruzzo) risulta molto importante (intorno a 100 cm) ed ha permesso di sfruttarne appieno le proprietà per quanto concerne il concetto energetico. I muri in sasso e calcestruzzo assieme alle solette, riscaldate attraverso il principio di attivazione della massa, fungono da accumulatori di energia in modo da conferire un alto standard di comfort climatico interno con oltretutto una naturale predisposizione al mantenimento di un clima più fresco nel periodo estivo.

programma | trasformazione e ampliamento di due stalle in casa unifamiliare

realizzazione | 2018 - 2019

luogo | 6527 prosito

collaboratori | alessandro malpetti

ing. civile | ingegneri pedrazzini guidotti

committente | tosca zanotta e giovanni marci

sul | 190 mq

foto | alessandro malpetti

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